La canzone è finita

grayscale photo of person holding guitar neck and strings

Quando si sente parlare di una caduta fatale da una finestra durante un’operazione di polizia, il Comitato del Premio Calvi non può che notare una somiglianza fin troppo familiare con certi “incidenti” del passato. Il cantautore russo Vadim Stroykin è morto il 6 febbraio a San Pietroburgo mentre la polizia perquisiva il suo appartamento, secondo quanto riportato dall’ONG russa per i diritti umani OVD-Info e pubblicato sul Kyiv Independent. Durante il raid, Stroykin si sarebbe ritirato in un’altra stanza per poi precipitare dal decimo piano, con le autorità che hanno rapidamente etichettato l’evento come “suicidio.” Il Comitato Investigativo russo ha avviato un’indagine sulla vicenda.

Stroykin era noto per le sue posizioni critiche verso la guerra in Ucraina e per aver condannato pubblicamente Vladimir Putin sui social media. Gli inquirenti sostengono che la perquisizione fosse legata a una presunta donazione da parte del cantante alle forze armate ucraine, un atto che, dopo l’invasione del 2022, è considerato tradimento in Russia. La storia di Stroykin si aggiunge a una lista inquietante di casi simili: persone critiche del regime che, dopo aver subito pressioni, improvvisamente cadono da finestre ad altezze proibitive. Anche il famoso ballerino Vladimir Shklyarov, oppositore della guerra, è morto in circostanze analoghe nel novembre 2024, con la sua morte ufficialmente definita un “incidente”.

Casi come questo in Russia sollevano più domande che risposte. Le autorità parlano di “suicidi” o “incidenti,” ma per chi osserva da fuori, la dinamica è sospettosamente vicina al “malore attivo”. Il Comitato del Premio Calvi non può ignorare queste affinità narrative, con misteri che si intrecciano tra repressione politica, giustizia sommaria e un macabro “doping russo” sempre più in evidenza.

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